Superare la morte di una persona cara è sempre un'esperienza difficile, ma a volte risollevarsi da un tale dolore può essere particolarmente duro. Da una parte la nostra cultura non ci aiuta ad accettare la morte, né ci concede il tempo per soffrire e per buttar fuori il dolore, dall’altra alcuni morti sono più dolorose di altre.
La perdita di una persona giovane o di una che ci era particolarmente cara è molto dura da accettare. Morti violente o improvvise o suicidi sono ancor più scioccanti e possono rendere maggiormente problematica l’elaborazione del lutto.
La tristezza per aver perso qualcuno che amiamo non va mai via completamente ma non dovrebbe nemmeno rimanere al centro della nostra vita per sempre.
Come reagiamo a un lutto dipende anche dalla nostra personalità e dal momento specifico di vita che stiamo attraversando quando l’evento succede. Ci sono persone che reagiscono meglio di altre alla morte perché si appoggiano alla fede o perché riescono ad avere un qualche tipo di spiritualità che li aiuta a trovare un senso all’accaduto. Altre fanno più fatica ad accettare l’inevitabile e la rabbia verso l’ingiustizia subita non fa altro che far continuare il dolore per un tempo indefinito.
Anche se la morte è una delle poche cose certe della vita, l’essere umano fa molta fatica ad accettarla. La mancanza della persona deceduta, la paura dell’ignoto, la non reversibilità della situazione ci porta a toccare la disperazione più profonda.
Freud parla del tempo del lutto come “quel tempo in cui l’individuo trasforma l’assenza esterna dell’oggetto in presenza interna” ma per far questo dobbiamo accettare ciò che è successo, il nostro caro è morto e non tornerà. Il più grande regalo che ci può far fare l’esperienza del lutto è di trasformare la disperazione in gratitudine, gratitudine per aver avuto la possibilità di conoscere quella specifica persona, gratitudine per le esperienze passate insieme e per ciò che ci ha lasciato nel profondo del cuore che non potrà esserci portato via.
Quando è il caso di preoccuparsi e di rivolgersi a uno specialista?
Se con l'andare del tempo il dolore peggiora e ci accorgiamo che non riusciamo ad accettare la morte e a riprendere la vostra vita e se si presentano sintomi che perdurano per più di sei mesi a livello cognitivo, emozionale, comportamentale e somatico è il caso di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
I sintomi che si possono riscontrare sono:
In questi casi è possibile che siamo di fronte ad un "lutto complicato" o di aver sviluppato un disturbo depressivo maggiore. E’allora consigliabile richiedere un consulto per prendere contatto con i sentimenti profondi che da soli non riusciamo a guardare e che ci impediscono di andare avanti portandoci la persona amata nel cuore.
Dott. Giandomenico Bagatin Psicologo Psicoterapeuta Trieste
Iscrizione Ordine degli Psicologi FVG 644, anno 2004
Laurea in Psicologia, Specializzato in Gestalt
P.I. 0107380323
Dott.ssa Federica Parri Psicologa Psicoterapeuta Trieste (TS)
Iscrizione Ordine degli Psicologi FVG 1650, anno 2007
Laurea in Psicologia, Specializzata in Gestalt
P.I. 01210820328
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